lunedì 11 aprile 2011

Ricetta: il Kamamik - "the Alaskan Ice Cream"

Durante il viaggio in Alaska,mi sono resa conto che moltissimi adorano l'Italian Ice Cream.Nei grandi supermercati nella capitale , ci sono interi scaffali frigoriferi ricolmi di barattoloni di "gelato italiano"...ma per chi volesse invece assaggiare il vero gelato alaskano, chiamato Kamamik, di  seguito può trovare la ricetta per prepararlo...

Con una grattuggia, grattuggiare del grasso di renna congelato in una grande insalatiera (gli imbroglioni usano il lardo).
Alternando gli ingredienti,mescolare una piccola quantità di olio di foca, zucchero e acqua,mescolando con le mani.
Aggiungere more, mirtilli o lamponi.
Si può aggiungere del lavarello o del luccio bollito e senza lische.
Mettere nel congelatore (qui in Italia) o posare sul davanzale della finestra all'esterno se ti trovi a Mc Graith!!

Nunc






"Quello che passava nel sottile cono della mia lampada frontale
era il mio intero mondo.
Non esisteva futuro, né passato, solo il presente"

(Libby Riddles - "Ho vinto l'Alaska")

venerdì 8 aprile 2011

Perchè?


In questi giorni sono così "esposta"...forse il carico di emozioni vissute in questi mesi  deve essere ancora lentamente assorbito da fisico e mente...e così "sento " tutto di più...
Ho pensato spesso a quale sia stato il vero motivo che mi ha spinto,io così  spesso sopraffatta dalle paure nel quotidiano ,ad intraprendere un' avventura nella quale avrei dovuto essere più forte di me stessa.

Perchè ho sognato e scelto di correre l'Iditarod?
Adesso ho la risposta.

E' stata la paura a farmelo fare.

L'idea di questo viaggio si è fatta strada a poco a poco  dentro di me due anni fa quando mi chiedevo ,estasiata, osservando un amico che stava per viverla,se avrei mai avuto il coraggio di provarci.
Lo scorso anno ho accompagnato  Seba negli allenamenti , ma essere là in gara sarebbe stata una cosa troppo grande per me.
Sarei stata abbastanza forte, proprio io, per resistere alle notti buie, al freddo brutale che non conoscevo, al vento ululante che sferza il volto e si infila in ogni minima fessura negli abiti?....

La paura di dover ammettere a me stessa  che non avevo abbastanza fegato per provare  mi ha spinto a provarci.
E la paura di dover ammettere che non avrei potuto farcela , mi ha spinto a perseverare, lavorando sul mio corpo e sulla mia mente, con tanti sacrifici e rinunce.

Ecco perchè ho corso l'Iditarod.


 

martedì 5 aprile 2011

Iditarod 2011 - MC GRAITH FINISH LINE 350MILE

The last step
To Mc Graith

Tre ore abbondanti di sonno in una vera camera da letto caldissima hanno portato via con sè  tutta la stanchezza ,che mi aveva tramortito arrivando nella notte a Nikolai, dove mentre Seba cercava tra le case sparse sulla collina il cp ,io mi ero rintanata in questa chiesetta che rimane sempre aperta...
La famiglia Petruska è davvero straordinaria : ci ha messo a disposizione tutta la casa , dalla cucina ad un vero bagno e il collegamento ad internet...che emozione leggere il Message board...una vera iniezione di gioia e forza soprattutto per me , che sono la più provata arrivati a questo punto!!



Dopo un'abbondante colazione Stephanie,la figlia dei Petruska ci accompagna fuori dal villaggio sulla pista giusta...si passa prima davanti all'aereoporto "internazionale"...
...ed eccoci finalmente all'inizio della pista che ci porterà al traguardo!
Il trail, che sembrerà essere molto più lungo di quello che è in realtà, è prevalentemente piatto ed attraversa una serie di laghi e paludi intervallati da tratti boscosi.

Il lago più grande che atrraversiamo è Guitar Lake, circa dieci miglia fuori Nikolai.Procediamo però con lentezza, ..il fondo "macinato" dal passaggio di numerose motoslitte è davvero pesante e spessissimo siamo costretti a scendere e a spingere sul piano....ma saranno le ultime fatiche....


Giuanti a Big River, siamo a metà strada.



All'improvviso mentre attraversiamo una zona di paludi, abbiamo questa visione.Una lince è lì accanto a noi, beatamente stesa al sole...alza appena il capo degnandoci di uno sguardo indagatore, ma il sole che scalda il pelo è da preferire a due umani molto infagottati che chissà dove stanno andando...

Quando arriviamo sul fiume Kuskokwim , mancano ormai solo una ventina di miglia....ed è qui che vivo il momento più emozionante ed incredibile della gara...un vento leggero che soffia a favore alza un velo di neve ,che sembra danzare sulla superficie come un'onda  del mare...io e Seba ci scambiano uno sguardo rapito ed estatico....sappiamo che in quel momento Franca è lì con noi e ci sta accompagnando all'arrivo....abbiamo provato una sensazione che non so descrivere a parole...con le lacrime agli occhi e il sole davanti a noi assaporiamo una gioia indicibile.....





Al cartello delle 5 miglia , lasciamo il fiume...e sorpresa...arriviamo su una strada ghiacciata,scorrevolissima e veloce che conduce al villaggio.....
E' fatta.......
Sono trascorsi cinque giorni , cinque ore e cinquanta minuti  .
ARRIVED 4/3 7:50 PM
5 DAYS  - 5 HOURS- 50 MINUTES