Riprese le bici , decidiamo di dedicare prima un paio di ore alla visita di Chiusi della Verna , luogo emblema per la vita di San Francesco , che proprio qui secondo la leggenda ricevette le stimmate.
Chiusi però è famosa anche per essere uno dei luoghi di Michelangelo.Qui si possono scoprire alcuni paesaggi che lo hanno ispirato in importanti capolavori.Arrivati nei pressi della Podesteria, proprio dove soggiornava il padre dell’Artista durante il suo mandato,ne ritroviamo uno famosissimo, quello della Creazione di Adamo.La roccia su cui poggia semidisteso Adamo è esattamente identica al contorno di quella a cui siamo davanti, così come lo sfondo con il profilo della montagna....se non fosse per le case che vedete nella foto di sotto!
Nella podesteria una mostra interattiva ci immerge in uno dei misteri più famosi della storia dell'arte che noi ignoravamo : quello della "Il Bambin Gesù delle mani"di Pinturicchio....e noi ci lasciamo perdere ....
Per chi fosse curioso lo svelo di seguito!
CITAZIONE
La caccia è finita. E il Vasari, tanto bistrattato in questo caso, aveva ragione. Finita la caccia a un dipinto su muro che sfuggiva da cinque secoli agli storici dell'arte bravi, ma non fortunati, dalla storia quanto mai scandalosa e quindi quanto mai stuzzichevole. Per i personaggi coinvolti (papa Alessandro VI Borgia, anni 62, e la favorita Giulia Farnese, sulla ventina); per il luogo in cui era stato dipinto (le stanze private dell'appartamento del papa in Vaticano); per la rappresentazione blasfema peggio delle prostitute del Caravaggio (la Madonna col volto di Giulia, o presunta tale, ma non importa, e il papa ai suoi piedi); per l'artista che l'aveva dipinto (il grande umbro Bernardino di Betto, il Pinturicchio, al cui nome è tutta la decorazione sontuosa e raffinata dell'appartamento).
Il dipinto è quello che il Vasari nelle "Vite" del 1568, nella biografia del pittore perugino (punteggiata di frecciatine velenose) aveva descritto in questa maniera: "Ritrasse, sopra la porta d'una camera, la signora Giulia Farnese nel volto d'una Nostra Donna; e nel medesimo quadro la testa di esso papa Alessandro che l'adora". E’ un prezioso frammento di affresco, chiaramente parte di una più ampia composizione, che rappresenta un piccolo Gesù benedicente, oramai noto come “Bambin Gesù delle mani”: ben cinque, le proprie, quelle della Vergine Maria che lo sorreggono e un’altra maschile che teneramente gli accarezza il piede. Vasari non l’aveva sparata grossa, anzi aveva riportato fedelmente quello che si mormorava: il Pinturicchio aveva osato dare le fattezze della bella Giulia Farnese alla Madonna, ritraendo anche il suo amante papa Alessandro VI “adorante” nello stesso affresco destinato ad impreziosire una parete degli Appartamenti Borgia in Vaticano. L’opera, ça va sans dire, venne pudicamente segretata dopo il declino dei Borgia, ma nel 1612 Francesco IV duca di Mantova e perciò storico rivale dei Farnese, viene a sapere che essa esiste davvero (onore al Vasari). Incarica così Pietro Facchetti, pittore e copista di famiglia, di realizzarne una copia. La cosa riuscì grazie ad una corruzione perfetta per questo caso: il Facchetti non fece ricorso a una volgare mazzetta ma a un paio di calze di seta offerto a un raffinato guardarobiere del Vaticano. I Gonzaga avevano un’ulteriore quanto imbarazzante arma da utilizzare contro i Farnese :
Nonostante tutto, il sipario cadde sulla vicenda per essere riaperto solamente nel 1940. Il marchese Giovanni Incisa della Rocchetta, storico dell’arte, si imbatte casualmente nella tela secentesca del Facchetti e riconosce che la Madonna e il Bambino corrispondono a quelli raffigurati in due distinti dipinti appartenenti da secoli alla sua famiglia materna. I due quadri sono gli unici superstiti alla distruzione del dipinto vaticano ordinata a metà Seicento dal suo antenato Fabio Chigi, eletto papa con il nome di Alesandro VII. Ma, pur ben esposta dallo storico e marchese in “Ricostruzione d'un Pinturicchio Borgiano”, la scoperta continuò a essere ignorata dagli studiosi. La parola fine a questa vicenda viene scritta nel 2004 dallo studioso Franco Ivan Nucciarelli, professore di iconologia all'Università di Perugia, che rintraccia il Bambin Gesù delle mani sul mercato antiquario e ne propone l'acquisto al Gruppo Margaritelli. Affidato alla Fondazione Guglielmo Giordano per lo studio e la divulgazione, il dipinto è stato presentato a Roma nel 2007 a Palazzo Venezia, quindi a Perugia, Madrid e Cipro. Infine qui a Chiusi della Verna. E tutto sembra ricomporsi. Il tempo rende onore all’arte e ai suoi misteriosi ricongiungimenti e scolorisce intrighi e nefandezze che appartengono ab aeterno al potere.
Dopo questa "dose" d'arte , andiamo verso il Santuario . La struttura è quella classica per l'architettura della zona completamente in pietra.Il luogo è incantevole, immerso com'è in una foresta di faggi e abeti....ma sono due le cose spiacevoli: nel luogo di San Francesco non possono entrare le bici ma , ancor più grave, gli animali....il "Cantico delle Creature" non può risuonare nel luogo dov'è è stato creato...che tristezza!
Dalla Beccia prendiamo un sentiero, non così pedalabile, ma dalla bellezza incredibile ,verso la Cima del Monte Penna.
E' ormai sera quando riprendiamo la strada verso casa...anche se ci attendono ancora dei momenti piacevoli prima di tornare alla vita del quotidiano.
Stasera siamo a cena da Rita e Claudio a Colle Val d'Elsa, fresco reduce dalla Parigi-Brest-Parigi.La sosta da loro è una delle nostre mete preferite...così come quella da Darren l'indomani mattina.
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