From Start to CP1 Yentna
-miles 57-
La mattina della partenza nel B&B di Irene c’è sempre un
gran fermento, anche se quest’anno l’atmosfera e’ decisamente meno chiassosa degli anni precedenti: non c’è
infatti l’affollamento di concorrenti europei
e quelli che sono qui, sono ,come me e Seba, piuttosto silenziosi.
Dopo le
foto di rito con una Irene come al solito dal sorriso smagliante davanti a casa ci rechiamo
all’Hotel da dove avverrà il
trasferimento in pulman fino a Knik Lake.
Durante il viaggio sonnecchio e mi
guardo un po’ intorno.
Arrivati sul luogo della partenza ritroviamo il resto dei
concorrenti.
Hamburgher ,coke e foto con volti sorridenti e non devastati
dalla stanchezza e dal gonfiore che li caratterizzeranno dal giorno seguente.
Come gli anni passati
nemmeno mi accorgo dello start, impegnata come sono a far foto e a scambiare "happy trail" con gli altri concorrenti .
Partiamo in fondo al gruppo dei bikers ,che
seguono tutti la deviazione a destra del trail per raggiungere una strada di
una decina di miglia più lunga ma molto più scorrevole.
Così dopo una breve
occhiata decidiamo anche noi, per la prima volta in questi anni ,di prendere tale
deviazione.Il cielo è grigio e la temperatura decisamente alta intorno agli
zero gradi.
Le ore trascorrono rapidamente ed è ormai calata la notte quando
arriviamo al ristoro-sorpresa su Flathorn Lake: una sosta in cui possiamo
godere di un inaspettato the caldo .
Un cartello ci ricorda la regola che, nostro malgrado,
scopriremo essere il leit-motiv di tutta la gara . “Only easy day was
yestreday”!
Sono le 4.50 di notte quando raggiungiamo il primo cp .
In
realtà ci aspettavamo di passare davanti a Luce’s , il ristoro dove lo scorso
anno tutti i concorrenti si erano fermati dopo un giorno e mezzo di gara e che
sapevamo comunque essere chiuso
quest’anno.
Ma probabilmente il trail non passava così vicino quest’anno
e così raggiungiamo Yentna senza nemmeno rendercene conto.
Io sono decisamente stanchissima e così preferisco ritirarmi
subito in stanza per dormire.
Le mani mi esplodono per il dolore e la vista è
annebbiata , un velo sfocato copre ogni
cosa.
Non ne parlo a Seba anche se questi sintomi non mi lasciano tranquilla.
Non
riesco a prendere sonno ma tengo gli occhi chiusi e aspetto il suono della
sveglia.
Ridiscesi al piano inferiore vediamo arrivare Dave Johnston, il primo
runner, ragazzo dotato di una carica di simpatia e umiltà davvero incredibili.
Sono le 7.40 a.m..
Decidiamo
di non fermarci qui per la colazione e
di fermarci a farla da Cindy , una gentilissima signora che mette a disposizione
la sua cabin a favore di noi
concorrenti.
Peccato che la memoria mia e di Seba ci giocherà un brutto scherzo.Scopriremo che la cabin di Cindy non era esattamente a 10 miglia da
qui!
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