domenica 5 maggio 2013

Iditarod 2013 -Start to CP 1 Yentna


From Start to CP1 Yentna
-miles 57-

La mattina della partenza nel B&B di Irene c’è sempre un gran fermento, anche se quest’anno l’atmosfera e’ decisamente  meno chiassosa degli anni precedenti: non c’è infatti l’affollamento di concorrenti europei  e quelli che sono qui, sono ,come me e Seba, piuttosto silenziosi.

Dopo le foto di rito con una Irene come al solito dal sorriso  smagliante davanti a casa ci rechiamo all’Hotel da dove  avverrà il trasferimento in pulman fino a Knik Lake.
Durante il viaggio sonnecchio e mi guardo un po’ intorno.
Arrivati sul luogo della partenza ritroviamo il resto dei concorrenti.
Hamburgher ,coke e  foto  con volti sorridenti e non devastati dalla stanchezza e dal gonfiore che li caratterizzeranno  dal giorno seguente.


Come gli anni passati nemmeno mi accorgo dello start, impegnata come sono a far foto e a scambiare "happy trail" con gli altri concorrenti .
Partiamo in fondo al gruppo dei bikers ,che seguono tutti la deviazione a destra del trail per raggiungere una strada di una decina di miglia più lunga ma molto più scorrevole.

Così dopo una breve occhiata decidiamo anche noi, per la prima volta in questi anni ,di prendere tale deviazione.Il cielo è grigio e la temperatura decisamente alta intorno agli zero gradi.

Le ore trascorrono rapidamente ed è ormai calata la notte quando arriviamo al ristoro-sorpresa su Flathorn Lake: una sosta in cui possiamo godere di un inaspettato the caldo .
Un cartello ci ricorda la regola che, nostro malgrado, scopriremo essere il leit-motiv di tutta la gara . “Only easy day was yestreday”!

Sono le 4.50 di notte quando raggiungiamo il primo cp .
In realtà ci aspettavamo di passare davanti a Luce’s , il ristoro dove lo scorso anno tutti i concorrenti si erano fermati dopo un giorno e mezzo di gara e che sapevamo comunque essere chiuso  quest’anno.
Ma probabilmente il trail non passava così vicino quest’anno e così raggiungiamo Yentna senza nemmeno rendercene conto.

Io sono decisamente stanchissima e così preferisco ritirarmi subito in stanza per dormire.
Le mani mi esplodono per il dolore e la vista è annebbiata , un velo sfocato copre  ogni cosa.
Non ne parlo a Seba anche se questi sintomi non mi lasciano tranquilla.
Non riesco a prendere sonno ma tengo gli occhi chiusi e aspetto il suono della sveglia.
Ridiscesi al piano inferiore vediamo arrivare Dave Johnston, il primo runner, ragazzo dotato di una carica di simpatia  e umiltà davvero incredibili.
Sono le 7.40 a.m..
Decidiamo di  non fermarci qui per la colazione e di fermarci a farla da Cindy , una gentilissima signora che mette a disposizione la sua cabin  a favore di noi concorrenti.
Peccato che la memoria mia e di Seba ci giocherà un brutto scherzo.Scopriremo che la cabin di Cindy non era esattamente a 10 miglia da qui!

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