sabato 6 marzo 2010

a firma di Marco Pastonesi




Durante il viaggio in Mali-Senegal ho ritrovato amici importanti e conosciuto di nuovi ,che mi hanno davvero arricchito molto.In primis Luigi Agnolin ,l'uomo-arbitro per eccellenza,persona dalle straordinarie doti umane e Marco Pastonesi ,firma storica della Gazzetta .
Ho avuto l'onore di vedermi dedicate da Marco queste parole.



Il Mondiale di Biancaneve
Lomello, provincia di Pavia, ha la più antica basilica romanica della Lombardia, le zanzare d’estate, la nebbia d’inverno, il riso tutto l’anno e la Biancaneve del ciclismo. Siccome la Biancaneve a due ruote si chiama Ausilia Vistarini, bisogna cominciare dal nome: non Biancaneve, ma Ausilia.
Quarta di quattro figli, lei dice che il nome è stato scelto per sfinimento. Ma i nomi custodiscono significati e prevedono destini, per gli antichi romani Ausilia significava aiuti, e non è un caso che la vita di Ausilia sia, a suo modo, una missione, un sostegno, un soccorso. Chiesti e dati, offerti e proposti. Così, trovarla alla Dakar-Bamako nel 2009 e alla Bamako-Dakar nel 2010, corse della solidarietà, è un regalo inevitabile.
Ma il c’era-una-volta era tutt’altra cosa. Per capirsi: Ausilia, a scuola, ne trovava sempre una per saltare l’ora di ginnastica. Per capirsi bene: Ausilia, da piccola e anche dopo, aveva mille paure, da quella del buio a quella di non essere mai all’altezza. E per capirsi meglio: Ausilia, dopo il liceo, si è iscritta a Matematica, poi è finita fare la commercialista. Ma al nome, e al destino, non ci si può ribellare, e così Ausilia, ginnastica zero, ha trovato nella bici (sia chiaro: mountain bike) una compagna e un’amica, un’analisi e una terapia, una scusa e una voglia, fino a donarsi una nuova identità. Biancaneve, appunto. Che come sia nata non si sa, per gioco e per amore, uno pseudonimo da usare anche in corsa. Perché Ausilia-Biancaneve, di corse - che poi sono tutto tranne le solite corse - ha cominciato a nutrirsi.

Quella volta in Marocco, sull’Alto Atlante, nella "NaturAid", 700 km in tappa unica, una tormenta improvvisa che cancella la strada, trasforma il territorio, Ausilia e un’amica che dormono insieme in un sacco a pelo per combattere il gelo e anche il terrore, la mattina dopo vengono scovate da guide marocchine che le davano per disperse o addirittura per morte, e che lanciano funi e che le aiutano (Ausilia!) a guadare un fiume formatosi nella tempesta, l’amica si ritira, Ausilia no.

E quella volta in Gran Bretagna, la Londra-Edimburgo-Londra, quasi tutta sotto l’acqua, una notte di diluvio Ausilia che scorge la luce di un pub, entra, chiede ospitalità (Ausilia!), le fanno asciugare la roba e le regalano un paio di guanti di lana, lei si accuccia sotto il tavolo del biliardo finché la svegliano perché devono proprio chiudere il locale.

E quella volta nella Super Fausto Coppi, 5-600 km, mezze Alpi, il primo colle è la Lombarda, il secondo è l’eterna Bonnet, Ausilia che ci arriva già sfinita, perché è il periodo della dichiarazione dei redditi, proprio sulla Bonnet si ferma, appoggia la bici, stende un telo di emergenza e si corica per dormire, ma tutti quelli che passano pensano che sia morta, o quasi, e allora la svegliano e le chiedono se sta bene, alla fine lei prende un foglio di carta e ci scrive (Ausilia!) "sto benissimo, grazie, sto solo dormendo".

E quella volta nella Alley Cat, corsa clandestina notturna a Milano, Ausilia che vola da Porta Genova all’abbazia di Chiaravalle, e poi al binario 10 della Stazione Centrale, 80 km senza fari e senza paura e senza codice, e anche senza Gps (no Ausilia!), altrimenti ti mangiano vivo.

E quella volta nella Val Rendena, nel 2003, la prima 24 ore di Ausilia. E quella volta in Germania, nel 2008, il Mondiale della 24 ore, Ausilia che s’iscrive solo all’ultimo minuto, e siccome la riunione finale è in tedesco, lei non capisce che la partenza viene data in paese, insomma ci arriva tardi, poi recupera, poi le dicono che sarà penalizzata perché è partita senza passare dal via, che non è neanche vero, allora Ausilia (Ausilia!) dà l’anima e vince.
E questa è la volta in cui Biancaneve è diventata campionessa del mondo. Non lo sapevano neanche i sette nani.

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